Stress e vita quotidiana
Secondo l’articolo che potete trovare pubblicato a questo link sul sito di Huffinghton Post a firma del Dr. Michael Laitman, un recente sondaggio Gallup commissionato dall’American Psychological Association, rivelerebbe che i livelli di stress della popolazione americana sono ai massimi livelli e secondi attualmente solo alla popolazione della Grecia.
In particolare, e ciò appare ancor più preoccupante, in questo studio, si rileverebbe che i giovani compresi tra 15 e 21 anni, risultano quelli più coinvolti in questa condizione che di per sé, come è noto, risulta assolutamente disfunzionale ad un buona qualità della vita.
Lo stress ha infatti notevoli ripercussioni sul nostro modo di percepire il mondo esterno e relazionale, così come sul modo di funzionare del nostro organismo. Elevati livelli di stress possono influenzare l’andamento di parametri organici quali: l’ipertensione, la funzione cardiaca, il tasso metabolico e in generale, il funzionamento del nostro sistema nervoso e la condizione del nostro stato dell’umore. Depressione ed ansia sono tra le forme di manifestazione tristemente più conosciute, di un’esistenza in cui accumuliamo stress, senza invertire le condizioni che viviamo.
Il Dott. Laitman, autore dell’articolo citato, attribuisce la causa dello stress all’impostazione altamente competitiva della vita che oggi tutti quanti conduciamo nel mondo, come pure alla nostra tendenza umana a ricercare il successo. Quali esseri umani infatti, tendiamo particolarmente e sempre più ineluttabilmente, a ricercare la soddisfazione egoica attraverso i risultati della nostra vita materiale.
Traducendo potremmo dire che, pur di avere un’auto di qualità superiore, un arredamento più bello nella nostra casa oppure vestiti di marca o altre cose che valorizzino la nostra persona, siamo disposti come i criceti, ad accettare e proseguire la sfida della competizione e correre nella ruota. Che in fondo però si traduce in una competizione solo con noi stessi.
Come professionisti del benessere psicologico, siamo purtroppo spesso in contatto con problematiche di questo tipo ed abbiamo quindi imparato a comprendere quanto risulti importante fare periodicamente il punto sullo stato della qualità ed organizzativo della nostra vita.
Quali psicologi sappiamo bene che vale spesso di più un’attività di prevenzione della patologia, piuttosto che soltanto un intervento che arriva quando il meccanismo s’è inceppato ed il nostro equilibrio si è rotto. Affrontare il nostro senso di onnipotenza o di infallibilità prima di avere difficoltà, è più funzionale al mantenimento di una qualità costante della nostra vita, che non incorra in forti scossoni.
Ecco quindi che per tendere a quell’attenzione verso il nostro “interno” piuttosto che ancora all’esterno di noi, come consiglia il Dott. Laitman, dobbiamo richiedere l’aiuto di un professionista della salute psichica. Non perché non possiamo da soli essere capaci di invertire le nostre rotte disfunzionali e stressanti, ma perché può essere utile farsi aiutare da uno sguardo distaccato, nella lettura delle nostre vite: andando oltre i coinvolgimenti quotidiani e potendo evitare che, un’autolettura troppo invischiata nei consueti meccanismi del “devo”, si traduca poi in un ulteriore elemento di stress.
L’invito quindi, per favorire questa interiorizzazione della nostra attenzione, è quello a superare gli stigmi del rapporto “psicologo/matto” o “paziente dello psicologo/matto”, ma a cogliere invece la ricchezza che può venire dal supporto fornito da questa professione e dal sostegno che si può ottenere, attraverso questo tipo di consulenza qualificata.